Il cohousing nasce nel nord Europa sulla spinta di ideali comunitari ed ecologisti come la sostenibilità, la progettazione partecipata, la condivisione degli spazi, delle attrezzature, delle risorse, la socializzazione e la mutualità. Questa tipologia abitativa inizialmente attrae le giovani coppie diventando popolare in nord Europa e negli USA estendendo in seguito il proprio successo anche verso gli anziani, singoli o in coppia.
La finalità dei sistemi di vita comunitaria è destinata principalmente ad incoraggiare forme di mutua collaborazione tra gli ospiti così da incentivarne la responsabilità e l’autostima offrendogli l’opportunità di entrare a far parte di una comunità di coetanei con i quali condividere le stesse esigenze assistenziali. Una comunità dove si riceve e si ricambia aiuto e comprensione sfruttando anche l’opportunità, non secondaria, di abbattere i costi di utilizzo e gestione residenziale grazie alla condivisione dei servizi che possono spaziare da quello infermieristico a quello semplicemente sociale o alla condivisione degli impianti comuni.
Questi nuovi modelli residenziali favoriscono un approccio diverso rispetto all’assistenzialismo soprattutto sanitario offerto dalle strutture protette convenzionali obbligate, per ovvi motivi di razionalizzazione gestionale, a rigidi e ripetitivi schemi di gestione del tempo degli ospiti. La vita comunitaria è utile anche a favorire e prolungare le singole autonomie oltre che per gli effetti della libertà di azione anche per mezzo di una connotazione polifunzionale che offre spazio a varie tipologie di servizi in grado di assistere l’anziano con aiuti pratici o di semplice inclusione comunitaria anche tramite l’organizzazione di attività occupazionali.
Diventa fondamentale, per integrarsi con il resto del quartiere, la promozione di eventi culturali, cene e spettacoli, ai quali, sia i residenti che tutti gli altri cittadini, accedono liberamente. L’organizzazione sarà a cura della Fondazione con l’apporto delle Associazioni di volontariato che la supportano ma in prima fila saranno proprio gli ospiti a gestire in prima persona le operazioni riempiendo il tempo libero in attività collettive tali da apportare beneficio sia individuale che per tutta la comunità.
In Italia queste tipologie residenziali sono indirizzate principalmente alle soluzioni temporanee dell’emergenza sociale, anche se ultimamente stanno trovando spazio nel mercato residenziale privato come offerta abitativa alternativa di “lusso” per coppie di anziani pensionati che decidono di vivere in ambienti comunitari dotati di spazi privati ma con la possibilità di condividere servizi comuni.
Per le problematiche sociali degli anziani l’Italia ha decisamente puntato sullo sviluppo delle RSA, destinando ampie risorse all’assistenza sanitaria della non autosufficienza, per il resto, meno diffuse e, spesso, considerate ancora quasi a livello di esperimento, le soluzioni residenziali comunitarie realizzate nel nostro paese per fronteggiare l’emergenza abitativa si possono riassumere in due macro-gruppi:
– Abitazioni protette, cohousing, appartamenti in condivisione.
Caratterizzati dall’offerta di servizi di ridotta intensità, in pratica abitazioni con zone di vita private (camere) e altre comuni (soggiorno pranzo) che consentono di abbattere, grazie alla condivisione, i costi di affitto e gestione.
– Comunità alloggio, Residenze sociali.
Caratterizzati da un’organizzazione in forma comunitaria ma con unità abitative interamente private che possono essere singoli alloggi o camere di albergo con servizio, destinate inizialmente per brevi periodi ad anziani con particolari patologie richiedenti assistenza continuativa, ma che nel tempo si sono sviluppate in vere e proprie Strutture Comunitarie dove l’anziano, sul modello dei francesi logements foyers, affiancato da servizi leggeri di prossimità, è in grado di proseguire la propria vita in quel luogo senza ulteriori spostamenti se non in caso di aggravamenti di salute.
E’ sulla base della seconda tipologia abitativa che la Fondazione Pasquale ed Olga Pezzini onlus ha deciso di sviluppare il proprio progetto, una Struttura Comunitaria a prevalente accoglienza abitativa per ospiti anziani, autosufficienti, che rientrano principalmente in categorie di disagio economico o familiare, in coppia o singoli. Una serie di unità abitative complete di soggiorno con posto cottura, camera e servizio, così da privilegiare l’autonomia dei residenti, integrati dalla presenza di un insieme di servizi comunitari (spazi comuni, assistenza sociale, ricreativa, impianti) a disposizione di tutti i residenti così da incentivare la socializzazione e ridurre le spese di vita quotidiana.